Il diavolo non è brutto come si dipinge.

Che il male abbia degli aspetti attraenti è cosa nota tutti. Quali che siano le caratteristiche con cui questo male si presenta, quale che sia la categoria a cui questo male appartiene.
Il male è pericoloso, perché è attraente.

Il capitalismo, o modo di produzione capitalistico, o modo di vita occidentale, comunque lo si chiami, ha prodotto dei diffusi miglioramenti nella vita delle persone nate nella parte più comoda del mondo. Ha motivato le menti più vivaci a realizzare innovazioni tecniche capaci di rendere la vita più facile e più piacevole.

Ma, e ritorniamo nell’ambito delle frasi fatte, ogni medaglia ha il suo rovescio.

Per ogni persona che abita un appartemento più o meno spazioso in una città dell’Europa Occidentale o degli Stati Uniti c’è qualcuno che rovista tra i rifiuti di una città dell’Africa subsahariana o dell’India, o del Sud America.

Il capitalismo si è nutrito di una appropriazione diseguale dei beni della Terra che ha funzionato fino a quando la parte di umanità che se n’è avvantaggiata non è stata scoperta dall’altra parte.

Da quando i poveri del mondo hanno scoperto l’America del Nord o l’Europa sono venuti fuori fenomeni come le migrazioni.

L’occidente è sviluppato. nel suo percorso glorioso ha anche utilizzato beni che apparivano infiniti, l’aria, l’acqua dolce, l’acqua del mare.

Per tanti anni abbiamo pensato che la Terra fosse capace di assorbire senza difficoltà l’iperattività un po’ vandalica della parte ricca dell’umanità.

Oggi, nonostante ci siano tanti che continuano a negare, o a far finta di niente, questa certezza si è incrinata, fino a dimostrarsi falsa.

Oggi abbiamo visto e stiamo vedendo sciogliersi ghiacciai, sciogliersi le calotte polari, inaridirsi vasti territori, diventare più instabile il tempo atmosferico.

Negli ultimi mesi abbiamo visto diffondersi virus che partono da animali un tempo racchiusi in habitat naturali impenetrabili.

Quindi, se il capitalismo fosse il diavolo, possiamo dire che sarà anche avvenente. Però un po’ male fa, eh?

Oltretutto i vantaggi che la parte ricca del mondo si era assicurata negli ultimi quarant’anni sono stati ulteriormente ristretti a una parte sempre più piccola delle società occidentali. Si. Anche le società occidentali ricche diventano sempre più diseguali e quindi complessivamente più povere.
Si sta male anche in Europa occidentale e negli USA. Nonostante un sistema di informazione e di comunicazione che ha agito da anestetico

Infatti i media ha fatto sì che le persone abbiano guardato agli accaparratori di ricchezze come a modelli da seguire; come a sogni raggiungibili da proteggere.

Mentre è stato rivolto uno sguardo ostile, autoprotettivo, nei confronti di quella parte dell’umanità che ha organizzato in diversi modi, alcuni anche efferati, i primi tentativi di riscatto.

Perché se è vero che buona parte degli abitanti del centro America, del Sud dell’Asia, dell’Africa si dirigono verso le terre più ricche come gli Stati Uniti, l’Australia, l’Europa, è anche vero che il disagio di ampie parti della popolazione mondiale è stato vivacizzato, organizzato, orientato dall’islamismo radicale, coltivato da alcune dinastie arabe del Golfo alleate dell’Occidente (!)

Questa radicalizzazione orientata ha trovato terreno fertile nel disagio e nella sensazione (spesso reale) che tale disagio derivasse dallo sfruttamento occidentale nei confronti della parte sud del mondo.

Oggi ci ritroviamo di fronte alla possibilità di riesaminare la gestione del pianeta fatta fino ad oggi da parte delle classi dirigenti mondiali; siamo di fronte all’opportunità di chiederci se non sia proprio il caso di riappropriarsi degli spazi di decisione per perseguire veramente un modo di produrre e di consumare equilibrato nei confronti dell’ambiente e nei confronti dell’umanità, che, a ben vedere, è la stessa cosa.

Un modo di vivere che rispetti l’ambiente e insieme che rispetti quelle persone che fino a oggi sono state vessate, spogliate della propria parte di proprietà del pianeta.

Dividerci in piccole patrie serve solo a chi gestisce il potere. Non i politici. Ma i pupari che li manovrano col denaro.

Quello che serve è convincerci del nostro diritto dovere di partecipare alle decisioni comuni, non solo votando, ma informandoci e condizionando i nostri rappresentanti.
I rappresentanti di interessi particolari hanno nei lobbisti i loro portavoce. Noi?

Meril Streep in “Il diavolo veste Prada”

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