Se passa la linea per cui si ritarda al 10 del mese il pagamento delle pensioni il governo Renzi avrà colpito con un solo attacco le figure più deboli della società italiana: i pensionati (non quelli d’oro) ed i loro figli inoccupati e sottoccupati.
Una manovra di questo genere sottende la logica ferina di attaccare il più debole, quello che non può difendersi. E’ peggio di rubare il gelato ai bambini. Quelli hanno i genitori a difenderli, gli anziani no.
Dovevamo aspettarci dal Partito Democratico un provvedimento di questo genere? Se fosse un atto isolato, sarebbe incredibile.
E, attenzione! non è una ferita di poco conto: solamente chi non ha alcun rapporto con la gente comune può non capire che alla fine del mese una famiglia boccheggia in attesa di poter riscuotere le centinaia di euro di pensione.
L’aspettano gli anziani e l’aspettano i loro figli che, senza lavoro,stanno li “a guardargli le mani” come si dice dalle mie parti.
Si può aborrire il populismo senza accedere all’antipopolarismo. E non dovrebbe servire neanche ricordare che questi provvedimenti sono compressivi del consumo interno: solo pochi giorni fa è stata resa nota la rilevazione della riduzione dei consumi alimentari degli italiani.
Questa norma deve essere rimossa dal panorama del fattibile nella legge di stabilità. Si prenda la ricchezza dove c’è e si smetta di depredare i più deboli solo perchè è più facile.
La dichiarazione per cui lo spostamento della data di pagamento al giorno 10 del mese riguarderebbe solo coloro che godono di una pensione INPS e di una pensione INPDAP non sposta molto, è l’approccio (già sperimentato dal Governo col job act) di dividere i poveri e metterli in contrapposizione tra loro.
PS: a forza di raschiarlo, il fondo del barile si buca. E poi?