A seguito dell’interrogazione presentata il 15 gennaio 2014 al Ministro dell’Ambiente dopo aver accolto le istanze del Comitato Cittadino “Il Mare di Sferracavallo”, nato per la tutela e salvaguardia della costa di Sferracavallo (Palermo), oggi, giovedì 13 novembre 2014, si è svolta in 13ª Commissione permanente al senato la relativa trattazione.
Per l’opportuna conoscenza riporto qui il testo del resoconto:
Il sottosegretario Barbara DEGANI risponde all’interrogazione n. 3-00628, rilevando preliminarmente che le problematiche sollevate dagli interroganti riguardano taluni scarichi dei reflui di una parte della città di Palermo nel golfo di Sferracavallo, nell’Area marina protetta di Capo Gallo – Isola delle Femmine.Le previsioni programmatiche, infatti, avevano individuato lo scarico nel Golfo di due tipologie di rifiuti. Si prevedeva che i reflui della rete fognaria delle zone nord-occidentali di Palermo e di alcune borgate, tra cui Sferracavallo, venissero trattati nell’impianto di depurazione di Fondo Verde e allontanati in mare con una condotta sottomarina in località Cala d’Isola, in prossimità di Sferracavallo.I reflui costituiti dalle acque meteoriche di dilavamento del bacino nord-occidentale della città dovevano essere convogliate nel collettore nord-occidentale, pretrattate e scaricate in mare in località Cala d’Isola. Al riguardo, il Ministero dell’ambiente ha svolto le proprie generali funzioni di vigilanza, nel rispetto delle competenze assegnate a ciascuna delle istituzione pubbliche interessate. Già il Consorzio di gestione dell’Area marina protetta – costituito dalla provincia di Palermo, dal comune di Isola delle Femmine e dal Dipartimento regionale Azienda foreste demaniali – aveva provveduto a rappresentare nelle opportune sedi i propri pareri negativi. In particolare, nella riunione del 19 luglio 2013, presso il comune di Palermo, era stato ribadito che nessun tipo di scarico poteva avere come recapito finale le acque dell’area marina, neanche nel caso di acque meteoriche. L’amministrazione comunale, condividendo tale posizione, aveva rappresentato la necessità di studiare eventuali soluzioni alternative. A tal fine, il comune di Palermo predisponeva una modifica dell’accordo di programma quadro, da sottoporre alle valutazioni di tutti gli altri firmatari, che consentiva di prendere in considerazione nuove ipotesi progettuali volte a salvaguardare l’area marina protetta, prevedendo un recapito alternativo all’impianto di depurazione di Fondo Verde. Lo stesso Comune aveva dato assicurazioni anche sul tema delle acque meteoriche, affermando la volontà di non recapitare nella zona di riserva reflui di nessun tipo. Per quanto riguarda l’impianto di depurazione di Fondo Verde, è stato comunicato dal Dipartimento Regionale dell’acqua e dei rifiuti della Regione Siciliana che per ciò che riguarda l’intervento denominato “Adeguamento dell’impianto di depurazione di Fondo Verde – Giardini comprese le opere di scarico a mezzo di condotta”, a seguito di specifica richiesta da parte del Comune di Palermo tale intervento dovrà essere rielaborato alla luce della nuova configurazione dell’assetto fognario-depurativo dell’intero agglomerato, proposta dallo stesso comune.In sostanza, si prevede di commutare l’attuale impianto di Fondo Verde in stazione di sollevamento al fine di addurre anche i reflui della zona nord della città all’impianto di depurazione sud-orientale di Acqua dei Corsari. Conseguentemente, la vecchia configurazione progettuale che prevedeva l’adeguamento del depuratore Fondo Verde e la relativa condotta di scarico delle acque nere, alla luce delle considerazioni sopra riportate, è ormai superata. La gara del 27 novembre 2012, a cui si fa riferimento nella interrogazione era stata indetta per l’affidamento delle indagini geognostiche preliminari, ma non vi è stato dato seguito in considerazione delle varianti ritenute necessarie rispetto al progetto preliminare. Per quanto attiene alle opere programmate per lo smaltimento delle acque meteoriche, è stato comunicato dalla Regione Siciliana che il comune di Palermo sta portando avanti una diversa ipotesi progettuale, che consisterebbe nel prevedere una divisione del bacino Nord-Occidentale in due sottobacini per l’intercettazione e lo smaltimento delle acque meteoriche della zona. Tale ipotesi prenderebbe in considerazione la possibilità di scaricare in due versanti diversi le acque di dilavamento, con portate decisamente inferiori rispetto a quelle delle attuali previsioni. Non è stata, peraltro, abbandonata, l’ipotesi di riutilizzare parte o, se possibile tutto, il refluo depurato, sebbene tale ipotesi, ai sensi delle norme vigenti, non possa essere una alternativa allo scarico continuo.
Grazie Francesco, a nome di tutti i componenti del Comitato Cittadino “il Mare di Sferracavallo”.
-Simone Aiello-
Ottima notizia, almeno il grosso impianto di scarico di acque meteoriche che avrebbero rovinato il golfo di sferracavallo con il suo splendido mare che è protetto dalla riserva marinara, non si farà più. Ma rimane un dubbio, le due soluzioni previste, anche se di portata inferiore, scaricheranno sempre li ma in due posti diversi…ciò è inevitabile perché la legge prevede un’alternativa obbligatoria al trattamento delle acque e al loro conseguente riutilizzo, ma, non si potrebbe trovare una diversa soluzione per almeno una dei due scarichi? Credo di si.