Viviamo in un paese bellissimo e martoriato. A cui moltissimi hanno tolto.
Noi del M5S ci siamo messi a lavorare con umiltà e determinazione, consapevoli della lunghezza e della difficoltà del percorso, attratti dall’importanza dell’obbiettivo: un paese vivibile per i nostri figli.
In Parlamento abbiamo trovato alcune persone scorrette, mimetizzate in mezzo a tante altre senza grandi progetti e senza prospettive per costruirne.
Tra i parlamentari abbiamo incontrato anche tante brave persone oneste e capaci, ma anche quelle, impossibilitate ad agire liberamente perché inserite in gruppi politici e legate all’interno di questi da una serie di legami amicali e di alleanze contro “gli altri”. Una classe politica inerte.
Oggi si pone una questione importante, che in politica si ripropone periodicamente: considerato il contesto e considerato l’obiettivo di cambiare la classe politica per sostituirla con cittadini nuovi, estranei ad ogni responsabilità sull’attuale stato di cose, che cosa bisogna fare?
A dire il vero prima delle elezioni avevamo già dato una traccia delle nostre intenzioni, “non associarci con altri partiti o coalizioni o gruppi se non per votazioni su punti condivisi.
Tale proposito parte di due intenzioni che però potevano cristallizzarsi in contraddizione:
– la prima consisteva nell’appoggiare le proposte corrette e osteggiare le proposte che non ci piacevano, senza tenere conto da chi provenissero.
– la seconda era quella di non avvicinarsi in alcun modo ad un sistema che sapevamo già da allora essere ormai perduto ed inservibile.
Sapevamo già che il vecchio sistema avrebbe provato a respingerci. Era naturale una resistenza al tentativo di scalzarli dai loro posti, dai ruoli che da tanto tempo detengono.
A questo punto le nostre analisi della situazione si sono differenziate: da una parte coloro che, prediligendo l’obiettivo di sostituire la classe politica, ritengono di non tenere alcun rapporto con i vecchi parlamentari, cercando al massimo di marcare la distanza tra noi ed il nostro modo di operare, loro ed il loro modo di operare (il prezzo di questa scelta è l’assenza di incidenza sulle scelte politiche fino a quando non ci si sostituirà ai partiti);
altri, puntando al cambiamento dei comportamenti, ritengono che varrebbe la pena di “andare a vedere le carte”, votando i provvedimenti buoni per il Paese e rinunciando allo sputtanamento continuo dei vecchi partiti (il costo di questo comportamento starebbe nella rinunzia ad evidenziare la distanza tra il m5s ed i vecchi partiti).
Le posizioni sono distanti e niente sarebbe meglio che fare scegliere a chi ci ha eletto, con un bellissimo passaggio di tale scelta sul web. Ma ogni volta che vi si accenna parte un fuoco di sbarramento con attivisti (e troll) che si strappano le vesti. Vediamo come evolve la situazione.