Finalmente si va nell’unica direzione legittima per il moVimento 5 stelle: la legge elettorale è sottoposta a dibattito pubblico con gli attivisti fuori dal Parlamento e coi cittadini.
In questa situazione diventa utile diffondere alcuna delle considerazioni che ho maturato in questi mesi di lavoro in Senato nella Commissione Affari costituzionali, che ha studiato a lungo questi temi.
Prima considerazione: nel comunicato che ha annunciato la propria decisione la Corte Costituzionale ha affermato che il Parlamento di questa legislatura ha piena legittimità a cambiare la legge elettorale.
Seconda considerazione: la ri adozione del Mattarellum sarebbe comunque un atto di produzione legislativa, impossibile se il parlamento attuale non fosse legittimato a legiferare.
Terza considerazione:il Mattarellum non consente agli elettori di scegliere il candidato che gli piace di più. Questo sistema elettorale infatti, elegge i parlamentari in parte col sistema proporzionale su liste bloccate ed in parte con un sistema uninominale maggioritario a turno unico. Quindi gli elettori col Mattarellum devono scegliere per la parte proporzionale il simbolo di un partito con una lista bloccata e per la parte uninominale maggioritaria il candidato unico proposto da ciascuno schieramento.
Quindi il Mattarellum non è il massimo. È meglio del Porcellum ma il Porcellum grazie alla corte oramai non c’è più.
Quarta considerazione: nel programma che il moVimento 5 stelle ha presentato alle elezioni politiche nelle righe iniziali si denunciava che ai cittadini era stata sottratta la scelta degli eletti, costringendolo a scegliere un simbolo invece del candidato preferito.
Il moVimento 5 stelle ricerca un sistema elettorale che valorizzi la scelta dei cittadini e, pur nell’auspicio di un’indicazione chiara, e quindi dell’espressione di un Governo, non deleghi definitivamente per 5 anni le grandi scelte al Parlamento ma lo tenga in qualche modo sotto il controllo dei cittadini.
Ciò rende inaccettabile un premio di maggioranza che consenta al Governo l’agibilità serena di scelte invise ai cittadini.
Quinta ed ultima considerazione: noi possiamo scegliere un sistema elettorale proporzionale, tendente a generare una rappresentanza parlamentare rappresentativa della composizione del corpo elettorale (ma allora per fare il Governo si deve accedere ad accordi con altre forze politiche) oppure scegliere un sistema elettorale in cui chi vince prende tutto (ma così il Governo fa le scelte che vuole e per 5 anni decide senza particolari limitazioni e con buona pace di chi non è d’accordo).
Parliamone.
Ho avuto l’impressione cge la dichiarazione di Beppe Grillo e di altri esponenti del M5S a favore del ripristino del mattarellum fosse prematura e inappropriata. Hai ragione con il mattarellum non si ha alcuna possibilità di preferenza e trattandosi di un mélange di maggioritario puro con una minima quota di proporzionale a lista bloccata conferisce a chi arriva primo in tutti i collegi di prendere tutto. Aggiungo che vista la scarsa fama dei candidati 5 stelle il M5S con il mattarellum andrebbe verso una débacle più che certa.
Ti riporto qui le mie riflessioni su bito dopo la sentenza, penso che siano ancora attuali:
5 dicembre 2013 – La sentenza d’ieri della corte costituzionale sul porcellum apre formalmente la più grande crisi istituzionale nella storia della nostra repubblica.
In base alla sentenza tutti i parlamentari sono illegittimi per essere stati eletti sulla base di liste bloccate. Ma sopratutto sarebbero abusivi i deputati e senatori attribuiti in base al premio di maggioranza. Una riforma elettorale fatta in fretta e furia nascerebbe a sua volta da padri illegittimi come anche una riforma costituzionale.C’è una sola via d’uscita: il parlamento approvi, con il consenso di tutti i gruppi, una norma che introduca la preferenza unica nell’attuale legge e si torni con urgenza alle urne. Il nuovo parlamento verrebbe eletto in base alla proporzionale pura e sarebbe legittimato ad aprire una nuova fase costituzionale.Napolitano si dimetta il giorno dopo l’elezione dei nuovi presidenti di camera e senato.
Grazie per il Commento.
in effetti alcuni ritengono che il testo del porcellum dopo l’intervento della Corte costituirà una legge elettorale immediatamente utilizzabile senza ulteriori interventi da parte del Parlamento, Vedremo.
in effetti un parlamento eletto con un sistema proporzionale sarebbe il massimo per fare una – limitata e prudente – revisione della Costituzione.
Francamente dubito della disponibilità dei parlamentari dei partiti ad andare a casa immediatamente (indovina perché) d’altro canto hanno anche una discreta motivazione: andare in campagna elettorale adesso che il paese si trova in una profonda crisi economica… (è questo il leit motiv delle argomentazioni di Napolitano)
Io credo che andare ad elezioni subito può essere vantaggioso se ogni forza politica si attrezza per ogni risultato possibile. Per intenderci vinciamo noi, si, ma dobbiamo prepararci una soluzione nel caso in cui -Dio ci scampi- vincesse il PD o il PDL.
Sistema con voto di preferenza per la scelta dei candidati e liste bloccate.Chi vince piglia tutto al ballottaggio.
Sei pericolosamente vicino a Renzi 😉
Chi vince piglia tutto? I cittadini dimenticherebbero ogni sorta di controllo effettivo ed immediato del Governo. Guarda cosa succede nei comuni.
Importantissimo che, a quanto sembra, a febbraio si potrà discutere e dare dei contributi sulla legge elettorale proposta dal M5S. Ritengo che questo parlamento sia solo in parte,delegittimato, ed esatamente la parte che è presente grazie al premio di maggioranza che la corte costituzionale ha abbolito nei termini in cui era presente nel porcellum.
Nonostante ciò credo che il tema della legge elettorale debba essere affrontato seriamente e con una certa urgenza per non dare alito ad altri di far credere che noi ci arrocchiamo sempre dietro a dei no.
Premesso che non esiste la legge elettorale perfetta, ritengo che la migliore per dare la massima rappresenntanza a tutti sia il proporzionale puro. Però in Italia l’abbiamo avuto per decenni e abbiamo constatato alcuni limiti, tra i quali: Troppi partiti, alternanza bloccata e non solo per il fattore “K”.
Sul mattarellum ho le stesse perplessità scritte nell’articolo, allora per il mio punto di vista la soluzione migliore è il proporzionale puro con una soglia del 4/5 per cento è un piccolo premio, ma che non porti automaticamente ad avere la maggioranza, per la forza politica che raccoglie più consensi.
In questo caso se la forza politica che prende più di tutti gli altri si dovesse attestare per esempio al 26% di preferenze, non avrà il 51% dei seggi alla camera ma avrà per esempio il 36% perchè il premio sarà pari al 10% in più…dovrà allora cercare delle alleanze e ciò darebbe cmq una maggiore partecipazione sia dei cittadini che delle altre forze politiche, al governo del paese.
Ovviamente sono d’accordo che il cittadino dia una preferenza per il suo candidato, e ritengo che in questo futuro presunto parlamento una forza politica come la nostra dovrebbe trovare convergenza con una eventuale altra forza per vedere se ci sono i presupposti per avere la maggioranza. Questo ultimo pensiero è strettamente collegato alla capacità di alcune forze politiche attuali o sarebbe meglio dire di altre nuove forze politiche che potrebbero fare ingresso in parlamento, di dimostrare con la massima trasparenza e sicurezza di avere un programma politico compatibile con quello del movimento.
Ciao Pietro
l’effetto che cerchi (armonia di rappresentanza e limitazione alla polverizzazione delle forze politiche) può trovare risposta nella proposta di legge che abbiamo presentato in Parlamento. Definire collegi piccoli quanto gli attuali territori provinciali ed utilizzare un metodi di ripartizione dei seggi che privilegi le formazioni medio grandi come il sistema d’Hondt ha un effetto premiale progressivo senza stabilire premi di maggioranza che, qualunque misura abbiano sono sempre arbitrari.
Comunque vedremo, im ogni caso però dobbiamo tenere conto che se ci manteniamo alieni da qualunque accordo con le altre forze politiche (o il 51% o niente) è piuttosto difficile che riusciamo ad incidere sulle grandi scelte del Paese.
Con circoscrizioni elettorali piccole, congiuntamente al D’Hondt, le soglie di sbarramento implicite risulterebbero molto elevate. Come del resto confermato dallo stesso dossier presentato a corredo della proposta M5S.
Con molta franchezza, il sistema elettorale è congegnato per passare dalla bipolarizzazione forzata ad una sorta di tripartitismo, con buona pace di chi, mentre il M5S nella peggiore delle ipotesi trarrebbe vantaggio dagli esclusi, continuerà ad essere costretto a rimanere fuori, dove il fuori corrisponde a milioni di elettori privati del corretto diritto ad essere correttamente rappresentati.
Riguardo, invece, agli eventuali accordi con le altre forze politiche, oggi il M5S ha la grande opportunità di poter condurre, sulla legge elettorale, una battaglia di principio che, diversamente dal passato, non rimarrebbe inascoltata da parte dell’opinione pubblica.
Il problema vero, però, è che al momento il M5S sta chiedendo di sostituire una porcata (che peraltro dopo la sentenza della Consulta non c’è più), con un’altra porcata, il Mattarellum. Oppure con il pessimo progetto per l’appunto già presentato.
Come e perché, invece, visto che è proprio al prossimo Parlamento che il M5S demanda il compito di definire la legge elettorale, non chiedere il rigoroso rispetto del pronunciamento della Consulta?
Per tutte le questioni si segnala questo approfondimento liberamente scaricabile:
http://www.riforme.net/legge_elettorale/LeggeElettorale-saggio.htm
E’ chiaro che è un casino unico, perché a mio modesto parere la base fondante di tutto il sistema è l’onestà del singolo.
Se non esiste onestà intellettuale, puoi inventarti tutti i sistemi che vuoi, ma non si arriverà a nulla, ci sarà sempre l’errore di percorso.
E allora forse bisognerebbe trovare un sistema dove tutto avviene per cause fisiologiche e articolate, con scelte presentate alle elezioni, dove il cittadino vota un programma certificato e incontrovertibilmente chiaro.
E allora si voti il governo e il parlamento con sistemi diversi: il governo con il sistema applicato ai comuni, alle province, alle regioni, chi vince governa per 5 anni e sviluppa il programma presentato, senza inventarsi niente di nuovo, a questo punto la composizione del governo non è così importante, si applichi quello che si è deciso in precedenza; il parlamento scelto in modo proporzionale, dove anche tutte le realtà culturali presenti nel territorio possano essere rappresentate, con compiti di controllo dell’operato del Governo, con compiti di discussione dei valori etici, culturali, sociali, ecc. e propositivi verso l’opinione vincolate del cittadino (referendum).
E poi ancora…. ma sono solo un cittadino, senza interessi personali e di sicuro avrò detto qualche cavolata, ma spero che in questa discussione vengano analizzate tutte le basi progettuali proposte, anche se non provengono dalla bocca di qualche costituzionalista.
Ciao Paolo
hai detto un sacco di cose interessanti e non banali. credo che sia giusto che tu spenda un po di tempo nello studio del sistema istituzionale italiano per vedere come i tuoi spunti possano concretizzarsi in effettive proposte di modifica.
per adesso devo segnalarti che non è obiettivamente possibile definire un programma incontrovertibilmente chiaro che preveda l’azione di governo per cinque anni: sarebbe come impostare su una macchina l’indirizzo di arrivo e non guidarla: se c’è una macchina parcheggiata in doppia fila o un bambino attraversa la strada? il governo fa piccole medie e grandi scelte di continuo perché a chi gestisce la macchina dello stato si propone una situazione di lavoro in continuo cambiamento.
devo dire , comunque, che la specializzazione e migliore suddivisione dei compiti tra Parlamento e Governo da te proposta mi pare assolutamente interessante e desiderabile.
La democrazia è o non è democrazia!
Il proporzionale puro è il sistema che più si avvicina a questo concetto.
La scelta dei rappresentanti è un diritto dei cittadini. Uno sbarramento del 5% su base nazionale e la non possibilità di liste coalizzate, eliminerebbe formazioni di carattere personale.
I candidati non potrebbero essere iscritti in più di una circoscrizione o collegio.
Con questo sistema verrebbero eletti non più di 5 o 6 partiti, facilitando la formazione di un governo con programmi sottoscritti al cospetto del Presidente della Repubblica, il quale sarebbe garante del programma stesso.
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Fa piacere leggere delle considerazioni ordinate. I punti 1 2 3 bisognerebbe spiegarli a Grillo, che fa più casino del carnevale di rio. Curioso questo pasticcio sul sistema ispanico: io stesso pensavo che Renzi avesse proposto il sistema elettorale spagnolo, e mi chiedevo perché il Movimento lo rifiutasse. In realtà, se capisco bene, Renzi ha proposto un sistema spagnolo OGM, con premio di maggioranza. Ma su questo potete rilanciare, no? La proposta TONINELLI per un sistema spagnolo con preferenze l’avete presentata voi. Cosa voglio dire? Che avete tutto il diritto di sventolare quella proposta di legge e dire ai media, CARO RENZI, VA BENE, accettiamo il sistema spagnolo, FIRMA QUI!
Campanella ma chi ti ha dato il mandato di trattare col Pd una legge elettorale che più ti aggrada?
e quando lo avrei fatto?
Quello che non mi piace, se posso permettermi, è l’estrema macchinosità dei processi decisionali del M5S. Il Movimento si chiama movimento, ma è lentissimo. Renzi è troppo veloce per noi. E’ una Ferrari contro un triciclo. Ma non voglio fare battute: il problema è capire chi comanda. Grillo sceglie il Mattarellum: è questa la linea? Oppure la linea è quella che emerge dal dibattito interno del gruppo parlamentare cinquestelle? Oppure la linea viene decisa dalla Rete? Faccio notare che questi tre elementi (leaderismo carismatico, assemblearismo e web) sono molto spesso in contraddizione tra loro, e producono due soli risultati: lentezza e confusione. In ogni formazione politica – che si chiami partito o movimento – deve esserci un centro decisionale efficiente, rapido, dotato di competenze e poteri definiti. Ma qui, il centro decisionale dov’è? Dov’è? La mia impressione è che il Movimento non abbia gli strumenti per reggere il passo di Renzi, neppure lontanamente. E che tra un po’ comincerà a guardarlo con il binocolo.
Voglio votare chi pare a me ed ogni voto di un italiano deve valere per uno indipendentemente che stia in lombardia anzichè in trentino o valle d’aosta. Chi raccoglierà più voti andrà in parlamento e nominerà il governo.
e aggiungo un’altra considerazione, tra le mille che si potrebbero fare: come fa il M5S a rifiutare i sistemi maggioritari, e poi, contemporaneamente, ogni forma di alleanza con gli altri partiti? i sistemi proporzionali rendono necessarie le alleanze. le rendono obbligatorie. è questo che vuole il Movimento? vuole allearsi a tutti i costi con gli altri partiti? insomma, su. qui navighiamo in un mare di contraddizioni.
Ciao Francesco, trovo interessante questa discussione e vorrei dare il mio contributo.
Il sistema elettorale preferito da me e ,penso da gran parte degli italiani, è quello con cui si è votato alle Regionali:
Proporzionale con preferenza ed un modesto premio di maggioranza.
Renzi, che lo chiama Sindaco d’Italia, lo ha volutamente stravolto per aumentare il premio di maggioranza e favorire le coalizioni pro domo sua.
Il punto interessante che porti all’attenzione, è però un altro, il M5S in un sistema proporzionale con una rappresentanza del 23/28 % può / vuole incidere ?
Secondo me sarebbe bellissimo ottenere il 51 % e governare soli, ma se ciò non avvenisse che fare?
Prima comunque di parlare di alleanze o no, parlerei e voterei all’interno del Movimento delle scelte difficili che un Governo deve fare: Lavoro, Sviluppo, Sud, Immigrazione etc…
Dico questo perchè su questi temi ho sentito opinioni molto diverse e non conciliabili, e se non risolte, avremo il rischio di spaccature già al ns interno (vedi Sardegna) i che minerebbero la ns capacità di rinnovare questo paese. Per cui se è vero che abbiamo un programma è altrettanto vero che su molte questioni non abbiamo un’identità omogenea.
che ne pensate?
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E’ da una settimana che, girando per bar e strade del paese, pongo la domanda, ai miei compaesani, sulla futura legge elettorale, nominando mattarellum e porcellum e cosa preferirebbero. A parte che, tutti, mi rispondono che non gliene frega niente “tanto comandano sempre loro”, rispondono immediatamente e che il loro problema è il lavoro,
TUTTI mi dicono, però, che capiscono soltanto il sistema per eleggere il sindaco, ma che non apprezzano tanto il ballottaggio con l’eventuale apparentamento, considerandolo un inciucio che non permetterà di amministrare serenamente, perché basato sulla spartizione di poltrone e non rispondente al programma stabilito in precedenza.
Cosa piace ancora a TUTTI? Che il “sindaco” anticipasse la sua squadra di governo.
Ed ancora: che “quercia” e cespuglietti, ( definiamoli così gli alleati di centrosinistra o centro o centrodestra) o singolo ” pentastellato”, non presentino ognuno la sfilza dei propri candidati, ma che, i candidati siano rappresentati sotto un simbolo composito (i loghi dello stesso schieramento messi uno accanto all’altro) con l’indicazione del candidato sindaco.
A Noicattaro, 25.000 abitanti, ci sono da eleggere 16 consiglieri:: ci saranno 16 nominativi sotto ogni schieramento o sotto chi si presenta da solo, vedi M5S.
Penso che solo così ci potrà essere coerenza e coesione tra gli eletti, si risparmierebbero i soldi per la campagna elettorale, non ci sarebbe facilmente il voto di scambio, perché i voti lasciati nell’urna di una sezione non sarebbero controllabili.
L’esempio di Noicattaro non può essere trasferito per le elezioni di deputati e senatori, mirando, possibilmente ad una drastica diminuzione?
E visto che ci sono i senatori a vita, non sarebbe l’occasione per evitare che stiano ancora lì non essendo stati eletti?
CONCLUDO: se uno schieramento o un partito non vince al primo turno, al ballottaggio vanno i primi due. La squadra vincente avrà i numeri e già i nomi per governare; i perdenti, proporzionalmente, staranno in opposizione.
Un’ultima cosa: i miei concittadini se ne strafottono anche di tutti i sistemi elettorali stranieri, perché non li capiscono!
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