Il febbrile attivismo del segretario del PD ha indotto il sistema nazionale dei media a seguire un solco già tracciato e a ritenere che il Partito Democratico sia stato “costretto” ad interloquire con Silvio Berlusconi, evocandolo dal limbo delle sue traversie giudiziarie. È giusto segnalare con nettezza che tale lettura semplicemente non è corretta, perché “il fatto non sussiste”.
Matteo Renzi ha cercato l’intesa con Berlusconi per due motivi entrambi politicamente pregnanti:
– il primo motivo è che il neo segretario del PD non considera significative le note connotazioni etiche del Cavaliere (per cui la condanna passata in giudicato per lui non appare rilevante);
– il secondo motivo è che i due uomini hanno una visione dei rapporti tra Governo e Parlamento assai simile (e vicina in modo sconcertante a quella di Licio Gelli e della loggia P2).
La questione per il M5S a questo punto è come riuscire a mettere a profitto il proprio consenso, per condizionare il dibattito politico ed evitare la sudamericanizzazione della politica italiana.
Abbiamo difeso la Costituzione in tutti i piani delle Camere, in Commissione, in Aula e sui tetti. Lo abbiamo fatto nell’intento di mantenere efficace il controllo democratico dei cittadini sul Parlamento e del Parlamento sul Governo.
Per noi le proposte di Renzi, tutte finalizzate ad avere un parlamento “comodo e tranquillo”, sono la negazione del regime parlamentare disegnato dai Costituenti.
Il Parlamento nel disordine istituzionale in atto, è già, per il Governo, fin troppo comodo e tranquillo.
Il M5S ha piena consapevolezza della complessità e della pluralità delle culture politiche italiane, per cui i tentativi di “semplificazione con l’accetta” di renzi e Berlusconi sono fondati esclusivamente sulla loro insofferenza per i controlli, connessa ad una gestione personalistica del potere.
Tutta roba estranea alla politica come la sentiamo noi. Come se ne esce? certo non rinunciando al ruolo centrale che ogni cittadino attivo ha nel MoVimento: la decisione spetta alla rete.
Eppure entrare nella discussione e condizionare le scelte è importante. Potrebbe essere interessante operare in un modo innovativo, completamente estraneo alle pratiche dei partiti, ma noto ai comitati di base nei luoghi di lavoro.
Un sistema in quattro step:
– un primo momento in cui la rete si informa e si confronta;
– un secondo in cui la rete esprime delle direttive nette per i portavoce;
– un terzo in cui i portavoce discutono con i parlamentari dei partiti, cercando di spiegare le posizioni della Rete e di condizionare il dibattito politico con la massima trasparenza, fino ad arrivare ad una ipotesi di legge;
– un quarto ed ultimo in cui i cittadini attivi della Rete si esprimono sulla proposta definitiva in modo vincolante per i portavoce.
Un percorso di questo genere metterebbe tutti i cittadini, in Parlamento e fuori, al centro del dibattito politico e da protagonisti. Però è importante arrivare in tempo.
Senatore Renzi ha proposto di trattare a Grillo e non ai parlamentari del m5s. Grillo giustamente non ha la legittimazione a trattare ed ha demandato alla rete. Per ifnormare bene i cittadini occorre tempo e la fretta di Renzi è sospetta e per me al senato non passerà quindi noi facciamoci il nostro percorso con calma tanto quelli se hanno un disegno piduista non si faranno cmq condizionare.
Si parla ancora di Governabilità
il cittadino deve sapere che Governabilità vuol dire Dittatura
assoggettare il PARLAMENTO AL Governo significa Dittatura
La Camera dei Deputati deve legiferare non deve governale
il Potere Legislativo deve essere estraneo a quello Esecutivo
nessun deputato dovrebbe far parte del Governo
né il Governo dovrebbe dare un parere sulle leggi da votare
gli Onorevoli esercitano il mandato senza vincolo di mandato
invece sono soggetti ai Partiti, ai Gruppi e al Governo
ogni onorevole dovrebbe rappresentare il Collegio elettorale
per il Senato il discorso cambia potrebbe diventare Esecutivo
se tutti i senatori facessero parte del Governo e fossero eletti
in un collegio unico nazionale e governassero insieme ai
Presidenti delle Regioni e gli Assessori delle Regioni
partecipassero ai lavori delle rispettive Commissioni Senatoriali
in questo modo i lavori delle due assemblee sarebbero ben
distinti Legislativi la Camera del Deputati ed Esecutivi il Senato.
NO al Premio di MAGGIORANZA – NO allo Sbarramento.
Qui il Movimento esce a pezzi. Fa la figura del partito che dice sempre no e che blocca tutto, mentre Renzi va veloce e passa ai fatti. Fra l’altro, è chiaro che i meccanismi decisionali del Movimento sono ridicoli. Non si capisce mai chi comanda. E’ una forza politica assemblearista? Comanda l’assemblea dei parlamentari? O comandano i guru? O comanda il popolo del web? Alla fine ci si ritrova con 3 linee diverse e 3 proposte diverse (quella della rete, quella dei parlamentari, più quella dei guru), nessuna delle quali si afferma in modo chiaro trasparente e veloce. E mi spiace dirlo, ma il risultato finale è grottesco. Tra qualche settimana gli iscritti al Movimento verranno chiamati a decidere un sistema elettorale che nel frattempo è già stato deciso dagli altri. Mai visto nulla di più sciocco, tardivo, inutile, autoreferenziale, velleitario improvvisato e grottesco.
la Politica si fa per aggregazioni – attualmente i due fulcri di aggregazione sono due centro destra e centro sinistra – occorre crearne un terzo o un Quarto Polo per bilanciare ed essere presente nei ballottaggi – il M5S dovrebbe entrare nel terzo polo liberale – o farne un quarto
Ma il M5S non aveva detto che prima di tutto bisognava andare ad esezioni con mattarellum e solo dopo i parlamentari sono legittimati a cambiare la legge elettorale? Mi sono perso per strada qualcosa.