A seguito di diverse segnalazioni pervenute dal territorio, abbiamo presentato al Ministro della Salute un atto di sindacato ispettivo affinchè si faccia chiarezza sui presunti casi di malasanità che interesserebbero la clinica “Triolo Zancla” di Palermo.
Leggi il testo integrale :
Atto n. 4-02377
Pubblicato il 24 giugno 2014, nella seduta n. 268
CAMPANELLA , BOCCHINO , ROMANI Maurizio , BIGNAMI , CASALETTO – Al Ministro della salute. –
Premesso che:
il 3 giugno 2014, presso la clinica “Triolo Zancla” di Palermo ha perso la vita una neonata subito dopo il parto cesareo, effettuato 2 giorni dopo la stimolazione delle contrazioni;
le cause sono ancora da accertare, intanto però i genitori hanno sporto denuncia ed il magistrato ha subito disposto il sequestro della cartella clinica predisponendo l’autopsia sul corpo della bimba;
la direzione della casa di cura, si legge in una nota della Triolo Zancla, per far luce sull’accaduto ha effettuato un’indagine interna, sottoponendo ad attenta analisi sia gli accertamenti sia tutti gli atti medici effettuati sulla gestante ed il feto;
da questa analisi sarebbe emerso che il comportamento dei sanitari è stato improntato al rispetto dei protocolli e delle linee guida;
dalla Triolo Zancla, si dicono “fiduciosi che gli accertamenti peritali potranno far luce sull’accaduto”. Ma resta il fatto che i genitori della bambina vogliono conoscere subito la verità;
considerato che, a quanto risulta agli interroganti:
nella clinica convenzionata di Palermo si sono verificati nel corso del tempo vari casi di morte di neonati ed altri casi di ipotizzata “malasanità” a cui sono seguite denunce da parte dei parenti;
tali casi sono facilmente riscontrabili attraverso le varie testate giornalistiche;
leggendo un lancio dell’agenzia “Adnkronos” del 3 agosto 2005, un uomo di 57 anni, dimesso il 16 giugno 2005 dopo un’operazione, avvertendo fortissimi dolori addominali, il 22 giugno torna nella clinica e gli viene diagnosticato un tumore a intestino e retto, lì viene nuovamente operato, dopo l’aggravarsi delle condizioni viene trasportato all’ospedale “Ingrassia” dove, però, dopo 8 giorni muore;
a giugno 2007 la procura di Palermo apre un’inchiesta per accertare le cause del decesso di una donna, Arianna Castiglia di 30 anni, ricoveratasi per un’operazione di rinoplastica;
la giovane, secondo quanto scrive l’edizione palermitana del quotidiano “la Repubblica”, sarebbe morta durante la fase preparatoria all’intervento di plastica al naso, in pratica all’inizio della somministrazione dei farmaci per l’anestesia;
ad aprile 2008 una neonata muore subito dopo essere venuta alla luce e, secondo la prima ispezione cadaverica, la piccola sarebbe deceduta per un “arresto cardio-circolatorio”, avvenuto per cause da accertare;
ad ottobre 2010 la Procura di Palermo apre un’inchiesta sulla morte di una bimba, deceduta prima di venire alla luce sempre nella stessa clinica, l’inchiesta è avviata dal pm Maurizio Agnello a seguito della denuncia del padre della piccola e al centro delle accuse ci sarebbero negligenze e omissioni da parte dei sanitari della struttura;
nella denuncia l’uomo ha sostenuto che il parto cesareo, deciso dai medici, fosse stato effettuato con grande ritardo rispetto a quanto avrebbe, invece, imposto l’esito dell’esame a cui la moglie era stata sottoposta la notte precedente e che evidenziava segni di sofferenza del feto;
un altro caso riguarda una donna venticinquenne, M. B., la quale in data 9 marzo 2010 partorisce una bimba alla clinica Triolo Zancla di Palermo. In seguito la giovane convive con forti dolori allo stomaco trattati dal suo medico come una normale gastrite. Più di un anno dopo la donna, in preda ai forti dolori, è portata all’ospedale civico di Palermo, dove i medici attraverso una TAC scoprono la presenza di garza dimenticata nell’addome al momento del parto. Da segnalare che in conseguenza di tale fatto, alla donna sono stati asportati 30 centimetri di intestino, con ripercussioni immaginabili per la salute futura della giovane. Il marito ha presentato denuncia alla polizia nei confronti della clinica;
ad agosto 2013, un neonato muore nella clinica. Appena nato, il piccolo mostrava buone condizioni di salute, salvo poi mostrare un improvviso peggioramento, tale da far decidere un suo trasferimento in ospedale. Prima in una struttura pubblica, villa Sofia Cervello di Palermo, e poi nella clinica Triolo Zancla. Lì il neonato muore. Si è ipotizzato un nesso causale con l’impossibilità di far entrare nell’ascensore la culla in cui stava il neonato. Il piccolo è morto per complicazioni varie, ma, dopo l’episodio, il medico del servizio di emergenza del reparto Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Villa Sofia Cervello di Palermo (dove il neonato era in cura prima di essere trasferito presso la casa di cura Triolo Zancla) ha inviato una lettera ai vertici ospedalieri per denunciare carenze nella struttura dove è morto il piccolo. La prima delle mancanze, appunto, è la ridotta dimensione degli ascensori presenti nella clinica. Talmente piccoli che la culla non entra in ascensore, stesso discorso per le barelle. Quindi, è necessario smontare parte del carrello per accedere ai piani superiori, e rimontarlo prima di riporre la culla in ambulanza. Lo stesso medico racconta che, come già successo in altre occasioni, il neonato è stato portato nell’ufficio accettazione in condizioni di estrema gravità. Per questo motivo, necessitava di immediata intubazione, avvenuta con successo nonostante le condizioni ambientali inadeguate. Anche il segretario regionale della Cgil medici, Renato Costa, ha invitato a vigilare sull’adeguatezza delle strutture sanitarie – pubbliche e private. Tuttavia, i vertici della casa di cura Triolo Zancla rigettano le accuse, rispondendo a loro volta con una nota e dichiarando: “Gli ascensori della casa di cura sono perfettamente in regola, abbiamo un montalettighe dedicato al trasferimento dei pazienti, inclusi i neonati, da e per le sale operatorie”. Nella lettera affermano di ritenersi d’accordo con le parole di Costa, ma non con quelle del medico dell’ospedale villa Sofia Cervello, asserendo che la morte del neonato non è stata causata dalle ridotte dimensioni dell’ascensore;
il 10 marzo 2014 muore un altro neonato ed i genitori hanno presentato denuncia. La partoriente arriva domenica alle ore 11 in clinica. Sarebbe iniziato un lungo travaglio che si sarebbe concluso attorno alle ore 5 di mattina, quando i medici hanno comunicato alla coppia che il loro figlio era morto;
considerato infine che ci potrebbero essere innumerevoli altri casi non seguiti da denuncia,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se intenda aprire un’inchiesta, nell’ambito delle proprie competenze, per verificare eventuali responsabilità, oltre a conoscere eventuali provvedimenti presi dalla stessa clinica;
se i titoli ed i requisiti professionali posseduti dal personale in sevizio siano idonei e se le caratteristiche strutturali, oltre a quelle delle strumentazioni, siano adeguate.