Riconoscere l’accesso ad internet come un diritto costituzionale potrebbe soddisfare le esigenze delle moderne democrazie, permettendone sviluppi ulteriori e più efficienti modalità di partecipazione democratica e di social innovation.
In via preliminare, sono tre le esigenze e i bisogni di cui la società civile chiede riconoscimento e tutela:
a) l’accesso ai servizi (c.d. inclusion); si sta sempre più diffondendo una nuova concezione della società (c.d. pay-per-use society), che non è più basata sull’istituto della proprietà bensì sull’accesso ad un bene che sarà quindi comune e disponibile per tutti. Essere proprietari di un bene infatti non è più l’unico modo per godere di que-sto, l’importante è che ne venga assicurato l’accesso quando se ne ha bisogno. Questa semplice quanto innovativa esigenza, spostando il baricentro della società dal diritto di proprietà al diritto di accesso, realizza una vera e propria rivoluzione giuridica che le istituzioni non possono ignorare;
b) nuove possibilità di formazione e crescita tanto dei singoli quanto dei gruppi sociali; la tecnologia offre oggi nuove, più accessibili e complete forme di progresso per i cittadini, i quali hanno così la possibilità di maturare una professionalità maggiore sia in ambito nazionale che internazionale e mondiale. L’accesso ad internet aiuta a rinnovare e migliorare il modo di concepire l’apprendimento, non tanto grazie all’utilizzo sic et sempliciter di nuovi strumenti tecnologici, ma soprattutto perché permette uno studio dinamico, multidirezionale, trasversale e alla portata di tutti. E ciò al fine di meglio istruire non solo i giovani ma anche gli an-ziani, superando la c.d. analfabetizzazione informatica, affinché l’accesso ad internet sia effettivamente un diritto di tutti. Le nuove modalità di comunicazione telematica ci offrono oggi, come si dice, la possibilità di «think global, act local»;
c) nuove professionalità; anche in Italia stanno lentamente emergendo non solo nuove possibilità di esercizio dei lavori tradizionali ma anche nuove realtà lavorative, nuovi mercati, nuove e «innovative» imprese (cosiddette start up) che stanno sempre più costituendo un fertile terreno per una ripresa economica e che, quindi, non devono essere ostacolate, bensì favorite e messe in condizione di confrontarsi e relazionarsi con la forte concorrenza estera. La promozione di internet permetterebbe la trasformazione e la semplificazione tanto della macchina economica che burocratica.
Queste tre fondamentali esigenze diventano così i principi ispiratori e gli obiettivi della presente proposta di costituzionalizzazione del diritto di accesso ad internet, proposta che è a tutto vantaggio dell’Italia e degli italiani.
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