Questo lo slogan di una certa parte d’Italia nei confronti dei migranti che bussano alle porte del nostro paese in cerca di quella pace e di quella serenità che non trovano più nel proprio paese.
Un’italia impoverita dal temendo mix di Austerità ed inefficienza che negli ultimi anni ha tolto servizi sanitari, scolastici, di formazione di assistenza, riducendo il welfare all’osso e rosicchiando pure quello.
Questa Italia impoverita e smarrita cerca di uscire da questo stato di miseria sopravvenuta e crescente e non riesce, cerca di organizzarsi per venirne fuori e trova Grillo e il suo caravanserraglio di personaggi da “GF Parlamento” a portarli in giro, allora cerca un colpevole che non sia irraggiungibile e Salvini glielo offre: il migrante che “costa trentacinque o più euro al giorno” e toglie il lavoro. E Salvini promette di eliminare questa piaga e di schiacciare il “buonismo” perché devono venire “prima gli italiani” e i soldi devono andare alle pensioni che la Fornero ha allontanato.
Un finto salvatore per un finto riscatto.
Ma intanto…
Gli italiani infelici hanno trovato uno sfogo e la rabbia sorda, la bile ha trovato un canale per uscire fuori e mostrarsi e allora gli italiani non si auto rappresentano più come “brava gente”, ma come gente stanca di essere stata maltrattata, che si sente in diritto di accanirsi sugli altri. Tutti gli altri.
Gente capace di picchiare per un parcheggio, di uccidere per una lite condominiale, di accapigliarsi per dell’olio di semi in offerta speciale al supermercato; capace financo di offendere una ragazza che i poveri del pianeta va ad aiutarli a casa loro, in Kenia, in un orfanotrofio.
Una ragazza, questa Silvia Romano tanto attiva e volenterosa quanto vorremmo fossero i nostri figli, sportiva, studiosa, generosa, appassionata… tanto coraggiosa come alla fine un po’ temiamo possano essere i nostri figli. Capace di passare oltre il livello delle parole e di andare a lavorare in un orfanotrofio in Africa per una ONG.
Le offese che le sono rivolte in queste ore, mentre è prigioniera dei suoi rapitori, mentre i suoi cari sono terrorizzati, ci mostrano con chiarezza quanto la nostra gente si sia imbruttita ed incattivita. Come siamo nel mezzo dell’onda di piena di una mediocrità avvelenata, che non sopporta chi fa di più, chi si mette veramente alla prova per realizzare sogni ed idee, chi non si limita a condividere pensieri di altri sui social media, ma affronta veramente i problemi con coraggio e generosità, chi si muove come Silvia Romano.
Silvia torna presto.
Oltre a chi ti conosce e soffre per te in queste ore c’è un grande pezzo di Italia che aspetta che tu torni.
Perché è di gente come te che questo nostro Paese ha bisogno.