Mafia, Giornata della memoria. Campanella: “Bene ddl, ma lo Stato faccia azioni concrete”

vittime-mafiaRoma, 17 marzo 2016 – “L’isolamento culturale delle mafie è fondamentale. È importante in questo momento la costruzione di un senso civico comune per togliere il consenso dei giovani alle mafie e la norma approvata questo pomeriggio va certamente in quella direzione”. Lo dice il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella, relatore del ddl che istituisce la Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno, approvato oggi a Palazzo Madama.

“Questa legge può essere molto utile. Ma perché l’azione dello Stato sia sufficiente, lo Stato deve farsi carico di tutte quelle azioni concrete in cui si avvertono delle carenze. Abbiamo ancora molto da fare per proteggere chi ha denunciato o denuncia. La stragrande maggioranza di forze polizia e magistratura fa il proprio dovere ogni giorno, ma lo fa con fondi e mezzi scarsi e le loro difficoltà si avvertono. La persona minacciata dalle mafie, pur protetta, sente questi limiti, la carenza di efficacia la sente sulla propria pelle e questo stato di cose deve essere superato al più presto. Le mafie ancora oggi vessano tantissimi cittadini, gestendo la creazione e il successivo rogo delle discariche abusive, come nella Terra dei fuochi in Campania, o sostituendosi allo Stato come garanti dei rapporti sociali ed economici nei quartieri degradati, fino a imporre comportamenti o a taglieggiare imprenditori”.

Secondo Campanella, “dobbiamo assolutamente evitare di riservare solo la celebrazione a questo tema, condannandolo a una rimozione di fatto. Lo Stato ha ancora molto da fare, perché ancora oggi cittadini italiani si sentono a rischio quando denunciano, perché si sentono a rischio nei confronti di una criminalità che ha trovato punti d’incontro con parte dell’imprenditoria e della classe dirigente di questo Paese”.

“Se sapremo mettere insieme – conclude il senatore – la capacità di fare cultura della legalità e al tempo stesso sapremo dare risposta alla richiesta di legalità che arriva dal nostro Paese, soltanto allora avremo fatto il nostro dovere”.

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