Palermo, 02 marzo 2016 – “Davanti a un elenco di onorevoli siciliani da “avvicinare” per far approvare un emendamento a Sala d’Ercole, mi sarei aspettato un coro di voci pronte a dire che la mafia non ha tentato in alcun modo di influenzare la politica siciliana”.
Lo dichiara il senatore Francesco Campanella (Sinistra Italiana-Altra Europa), a proposito della perizia condotta sul pc dell’ex vice presidente di Ance Sicilia, Pietro Funaro, nel quale sarebbero stati ritrovati un foglio elettronico denominato «gruppo onorevoli da sistemare» e molti dei «pizzini» oggetto della presunta corrispondenza tra Matteo Messina Denaro, Bernardo Provenzano, i Lo Piccolo e Tonino Vaccarino.
“Ho presentato questa mattina un’interrogazione – aggiunge Campanella – rivolta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, chiedendo se sia a conoscenza dei fatti e cosa intenda fare Palazzo Chigi per fugare ogni dubbio su questa vicenda, che coinvolgerebbe 49 deputati regionali e lo stesso presidente della Regione, Rosario Crocetta”.
Secondo Campanella, “la notizia di per sé getta nello sconforto perché insinua gravi dubbi sull’impenetrabilità della classe dirigente siciliana rispetto alla criminalità organizzata. Ma quel che è peggio è il silenzio assordante attorno alla vicenda, quasi a voler fare passare la storia in sordina”.
“Se anche una minima parte di quanto raccontato dal cronista de La Stampa, Rino Giacalone, dovesse essere dimostrato, non resterebbe altra via che il ritorno alle urne. I siciliani – conclude il senatore di Sinistra Italiana – hanno pagato a caro prezzo le rivendicazioni contro la mafia. Nessuna ombra può calare all’interno del Palazzo che li rappresenta”.