ROMA, 13 apr. – “Gravissima, se sarà confermata, la decisione della Questura di Roma di negare, nel week end del referendum #noTriv, la possibilità di raccogliere le firme per il referendum sull’Italicum, ‘in quanto campagna elettorale indiretta’, che segnala una interpretazione restrittiva delle norme, da parte delle questure, e dunque del Ministero dell’Interno, che di fatto ostacolerebbe la partecipazione democratica dei cittadini”.
È quanto sostengono i senatori Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino, Sinistra Italiana-Altra Europa, alla luce della segnalazione della rete di avvocati del Coordinamento democrazia costituzionale, che si stanno mobilitando per reagire ai paventati divieti imposti dalle Questure, che potrebbero essere applicati anche per il week end del 5-6 giugno in cui sono previste le amministrative.
Tale decisione sarebbe motivata dalla legge 212 del 4 aprile 1956, che all’art. 9 c.1. recita “Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda”.
Ma tale provvedimento, fanno notare i senatori, “non si applica in questo caso, perché ne sono destinatari ai sensi dell’art. 1, i partiti e movimenti politici che presentino liste di candidati alle elezioni o candidati in collegi uninominali: è una norma speciale che quindi non può essere applicata al di fuori dei casi previsti”.
Inoltre, precisano, “l’articolo 52 della legge 25 maggio 1970, n. 352, come modificato dall’art. 3 della Legge 22 maggio 1978, n. 199, che estende le norme ai referendum, riguarda i partiti presenti in parlamento e i rappresentanti dei comitati referendari dei referendum in corso, cioè in questo caso riguarda solo la propaganda per il referendum noTriv. La raccolta di firme per un futuro referendum, non ancora indetto, non può essere considerata propaganda indiretta per il Sì al referendum contro le trivelle”.
Dato che limitare il numero di week end in cui è possibile raccogliere le firme potrebbe mettere a rischio il raggiungimento delle 500.000 firme necessarie per indire il referendum, “se queste indicazioni del Ministero dell’Interno guidato da Angelino Alfano dovessero essere confermate, si profilerebbe una intenzione chiara: impedire ai cittadini e alle cittadine di partecipare alla gestione democratica di questo paese”.